Derealizzazione: i sintomi secondari
“Sei anni fa ho iniziato ad avere attacchi di panico. La parte peggiore è che quando mi capitavano, tutto attorno a me sembrava diverso. Prima di allora non avevo mai perso il controllo della mia mente e mi sono molto spaventato. Ho visitato il dottore e gli ho spiegato cosa mi stesse accadendo. Lui mi ha detto che era banale ansia e mi ha prescritto dei farmaci che dopo un mese ho buttato nella spazzatura. Con il passare dei mesi le cose peggioravano. Mentre guidavo poteva accadermi di vedere le cose a rallentatore, e tutto mi sembrava fasullo, quasi come se potessi lanciare un sasso e mandare tutto in pezzi. Inevitabilmente mi sono chiuso in casa dopo aver lasciato il lavoro. La mia famiglia ha provato ad aiutarmi, ma era solo peggio. Potevo guardare mia madre e pensare: sembra mia madre, ma non è proprio lei. È come un sogno da cui non riesco a svegliarmi. Mi sembra che il mondo non sia reale.”
Come ho già trattato in un precedente articolo, i sintomi primari della derealizzazione consistono soprattutto nell’esperire la realtà come “obnubilata”, avvolta da un alone distorsivo e quasi onirico, e ad essi si associano spesso la perdita di un “senso comune” presente nella normale esperienza cosciente. Tuttavia non è raro che il senso di alienazione portato da queste alterazioni percettive possa essere talmente intenso da innescare sintomi secondari di natura ansiogena: la persona prova il terrore irrazionale di stare vivendo un episodio drammatico e destinato a farlo impazzire.
Come ho avuto modo di appurare nella mia esperienza clinica, l’angoscia ipocondriaca, associata a una cattiva informazione psicologica e psichiatrica, può portare a sviluppare la fobia di impazzire, di essere già pazzo, di essere un malato schizofrenico. Tali interpretazioni ansiogene dei propri sintomi primari si attivano quando la persona è terrorizzata dalla derealizzazione in quanto realtà psichica nuova, alienante, che non conosce e non sa classificare.
Citando un’intervista al Dr. Nicola Ghezzani, riportata sul suo sito ufficiale:
” Questo processo ansioso secondario non è parte del fenomeno di base, si innesca solo in quanto il soggetto è terrorizzato da una realtà psichica che non conosce e non sa classificare. Ciò si dimostra a contrario: infatti, qualora si riesca a placare l’ansia secondaria (con mezzi naturali o con uno psicofarmaco), il terrore scompare e resta solo la percezione di base, l’alienazione da se stessi o dal mondo, con un velo di assenza che copre e pervade ogni cosa. “