Derealizzazione: i sintomi primari
Sintomi primari
“Ciao amici, ho 23 anni e soffro di derealizzazione. Vorrei tornare a prima ma non riesco… È come se ci fosse sempre la nebbia, a volte mi sembra che il disturbo sia nei miei occhi. Non riesco a credere di vivere in questo modo, è tutto così strano, mi guardo intorno e mi sembra tutto spento, come se ci fosse una luce sbagliata, e non sento niente…”
Già nella parola “derealizzazione” si può evincere la natura totalizzante dei suoi sintomi, che alterano la percezione e il sentimento della realtà, fino a trasformare gradualmente l’intera visione del mondo. Chi soffre di derealizzazione percepisce la realtà circostante come estraniata da un alone distorsivo: il mondo si fa distante, plumbeo, morto o permeato da un’atmosfera irreale simile a quella dei sogni.
Come ho avuto modo di constatare nei colloqui terapeutici, i soggetti descrivono tali sintomi con una grande varietà di aggettivi e metafore differenti, così da poter descrivere un’esperienza che per propria natura è soggettiva e non comune. Lo psichiatra statunitense Mauricio Sierra divide le metafore riportate da questi soggetti in due categorie.
La prima racchiude testimonianze che fanno riferimento a un senso di essere esclusi, alienati dall’ambiente circostante. Per esempio i pazienti riferiscono spesso la sensazione di trovarsi in una bolla, o di essere separati dal mondo visibile come da un pannello di vetro, o da un vetro traslucido.
La seconda categoria riporta i vissuti di cambiamenti qualitativi dello stato di coscienza e le sensazioni di trovarsi “storditi”, “sonnolenti”, “come in un sogno”. In virtù di tale difficoltà descrittiva, Sierra separa la derealizzazione da altre condizioni nevrotiche, quali l’ipocondria e i disturbi di conversione, in cui non di rado le descrizioni sono vivide, molto dettagliate e spesso drammatiche.
Perdita del “senso comune”
“Da circa 9 mesi ormai, soffro di una sensazione (non so come chiamarla) sensazione di irrealtà, nel senso che tutto intorno a me sembra diverso, sconosciuto, insensato. 24 ore su 24 mi sento sempre in questo modo, sono a casa mia ma fatico a riconoscere l’ambiente, io so perfettamente che è casa mia, però la percepisco molto lontana e sconosciuta, stessa cosa nel riconoscere le persone della mia famiglia. “
Fin quando l’esperienza psichica resta nella “normalità”, le cose che ci circondano sono percepite come familiari, sono psicologicamente acquisite attraverso un “senso comune”. Tuttavia, come descrive efficacemente il Dr. Nicola Ghezzani, con la crisi di derealizzazione qualcosa di anomalo distorce ogni cosa e il senso di alterazione raggiunge intensità che non è possibile ignorare: “l’Io e il mondo appaiono fra loro separati da un velo opaco, plumbeo, talvolta luttuoso, che impedisce ogni contatto emotivo diretto. Altre volte, a un livello di maggior gravità, il velo produce una distorsione della percezione e il percepito appare alterato, abnorme, confuso, straniero come se si vivesse in un fondale marino o in un sogno permanente o si fosse stati catapultati in un altro pianeta.”