Alterazioni percettive nella derealizzazione
Nelle persone sane, la relazione che intercorre tra la vita psichica e la realtà esterna è mediata da un implicito e persistente senso di “familiare normalità”. Di norma questo senso rimane sotteso alla coscienza, così come accade al battito cardiaco e alla respirazione sul piano fisiologico. Nelle crisi di derealizzazione, tuttavia, questo senso di familiarità e di normalità viene meno: l’ambiente esterno viene percepito come abnorme, straniero, minacciosamente irreale. Molti di coloro che soffrono di questo disturbo lamentano una vera e propria distorsione percettiva, caratterizzata da offuscamenti e appannamenti visivi, che portano a vedere la realtà esterna come lontana, aliena ed estraniante. Tali distorsioni causano spesso il mancato riconoscimento di luoghi o di persone altrimenti familiari.
Molte testimonianze parlano di una vera e propria “nebbia sensoriale”, spesso descritta nei termini di metafore: la realtà risulta esperita come attraverso uno schermo televisivo, una macchina fotografica, un velo fuligginoso, un videogioco in prima persona ecc.
Su un noto forum di psicologia un utente riporta la propria esperienza:
“Ero sul balcone e osservavo i palazzi, le macchine e tutto mi sembrava un videogame nel quale gli oggetti erano di cartone o bidimensionali.” Sullo stesso forum, un altro utente afferma: “[…] è come se ci fosse sempre la nebbia, a volte mi sembra che il mio disturbo sia colpa dei miei occhi, non riesco a credere di vivere in questo modo […]”.
Il dottor Nicola Ghezzani racchiude questo insieme di alterazioni della percezione esterna, tipiche della derealizzazione, in quella che chiama estraniazione oggettiva, separandola dall’estraniazione soggettiva, che invece raccoglie sintomi che intaccano la percezione del Sé cosciente e del Sé corporeo, e quindi più vicini al profilo classico di depersonalizzazione.
Su un altro forum un utente descrive in modo dettagliato le proprie esperienze derealizzanti:
“A volte credo di vivere in un sogno, sento che la realtà ed il mio corpo non mi appartengono, mi capitata molto spesso che quando parlo con qualcuno tutto ad un tratto è come se io uscissi dal mio corpo e tutto quello che l’altro mi dice mi scivolasse via. Inoltre la cosa che più mi ha spaventata una volta è che mentre ero in vacanza con il mio ragazzo non l’ho più riconosciuto, o meglio sapevo che era il mio ragazzo ma mi chiedevo continuamente “perché sono qui con lui? Per me è quasi un estraneo“. È durato pochi minuti ma la sensazione è stata orribile e spero non ricapiti mai più.”
L’alterazione percettiva nei soggetti derealizzati può coinvolgere non solo la percezione spaziale, ma anche quella temporale. Tra i sintomi più lamentati vi è infatti un’alterata percezione dello scorrere del tempo, che spesso sembra arrestato, rallentato o più raramente accelerato. Ghezzani parla in questo caso di estraniazione temporale.