Depressione: una malattia morale
“Ho paura di lasciare mia madre sola, la vita per lei non è stata bella, anzi ne ha affrontate tante e molto brutte.[…] Sono arrivata però ad un’età in cui sento forte il bisogno di una mia vita[…]. Quando si affronta l’argomento lei va in panico, cade in depressione, dice che resterà sola che la sua vita fa schifo. Poi si rende conto che sbaglia e dice che devo fare la mia vita, ma lo so che non lo pensa davvero e sta male… e così rimando… Il senso di colpa che sento è cosi forte che mi sento congelata di fronte ad ogni scelta.”
Come ho avuto modo di vedere in attività clinica, tutte le forme di depressione hanno in un comune una volontà interiore impegnata a sottomettere l’io, a costringerlo in una durevole condizione di sofferenza, così da reprimere ogni impulso naturale diretto a libertà, soddisfazione, gioia e piacere. La depressione coincide, come afferma il Dr. Nicola Ghezzani, con un “inconscio e feroce attacco autopunitivo”.
Nello stato depressivo l’io soggettivo del soggetto depresso è giudicato dal suo stesso inconscio come manchevole o colpevole, e pertanto punito e condannato a un’esistenza di auto-soffocamento. Parlando in termini psicodinamici, l’inconscio del soggetto depresso include un Super-Io (quell’istanza psichica atta alla sorveglianza morale e all’eventuale repressione dell’Io) che tormenta l’Io soggettivo con svalutazioni o colpevolizzazioni per misfatti presunti, o quasi sempre ingigantiti quando veri. In questo senso la depressione è definibile come una malattia della coscienza interiore, una “infermità morale”.
Come ben espresso nella testimonianza introduttiva, il depresso può sentirsi sopraffatto dal senso di colpa anche solo perché sente il desiderio di allontanarsi da una relazione opprimente, oppure per aver lasciato una cattiva impressione in un caro prima della sua morte; per non aver fatto abbastanza per qualcuno in difficoltà, sia vicino (come un amico o un fratello) sia lontano (un vecchio collega di lavoro, un animale randagio o persino una minoranza etnica perseguitata); per aver disatteso le aspettative dei genitori, oppure le proprie; per l’atteggiamento distanziante che mostra nei confronti delle persone care; per l’invidia che sente nei confronti di chi ritiene più fortunato; per la vita felice di cui si sente indegno… Si noti come in tutti questi esempi sia presente una componente sociale: la persona depressa sente di aver tradito un ideale sociale, e così scivola in un gorgo di collera e auto-punizione da cui non riesce più a uscire.