Depressioni giovanili

depressione giovanile

“La scuola mi sta facendo solo male, non ce la faccio più. Ho diciassette anni, frequento il terzo anno di liceo. Il primo anno andava benino: compagni simpatici, ci si conosce, si è contenti di essere alle superiori, le nuove esperienze ecc. In seconda mi sono trovata malissimo, sia con i professori che con i compagni. Sono persone stupide, infantili, false. […]Ho stretto amicizia con una sola persona. Sono sempre stata una persona vivace, ma alle superiori è cambiato tutto. A scuola mi impegnavo e ancora mi impegno, senza ottenere risultati; invece gli altri vanno bene, prendono bei voti. Mi sento stupida, forse la scuola è troppo difficile per me. Ogni mio sforzo sembra perdersi nel nulla! Gli altri sono sempre sereni e io sono arrivata al punto di strapparmi i capelli dal nervoso e tagliarmi.[…]”  

donna triste nella vasca

La depressione in età giovanile dipende spesso dall’idea di aver disatteso le aspettative di qualcuno, siano essi i genitori, gli insegnanti o il gruppo di coetanei.

In passato i ragazzi entravano in uno stato depressivo soprattutto per sentimenti di manchevolezza nei confronti delle attese genitoriali, e per quanto questo sia ancora diffuso, negli ultimi anni è diventato più semplice vedere giovani deprimersi per le difficoltà che incontrano nella scuola, come uno scarso rendimento scolastico o difficoltà nel competere con i compagni, o nel gruppo dei pari, dove spesso è richiesta l’assunzione di modelli difficili da incarnare e da mantenere.

A ciò si aggiunge la tendenza giovanile di celare (anzitutto a se stessi) i propri sentimenti negativi dietro condotte oppositive e sfidanti, come la frequentazione di gruppi problematici o l’ostentazione di promiscuità sessuale, oppure di narcotizzarli attraverso l’assunzione di alcol e droghe.

Alcuni ragazzi, sopraffatti da sentimenti di indegnità, scelgono la via dell’isolamento domestico, andando ad accrescere il numero di hikikomori, divenuto grande ormai anche in Italia.